Per natura noi cerchiamo il piacere e fuggiamo la sofferenza. È solo per questo che la gioia fa da immagine del bene e il dolore da immagine del male. Da qui l'iconografia del paradiso e dell'inferno. Ma di fatto, nella nostra vita, piacere-dolore sono una coppia inseparabile.
Ci sono già quaggiù dolori quasi infernali e piaceri quasi infernali; ci sono gioie quasi divine e sofferenze quasi divine.
Forse nell'istante della morte, un'infinità di gioia divina e un'infinità di dolore puro entrano contemporaneamente nell'anima santa facendola scoppiare e sparire nella pienezza dell'essere; mentre l'anima dannata si dissolve nel nulla con un misto di orrore e di orribile compiacimento.
Simon Weil, Quaderni , volume III, Adelphi, Milano 1988, p. 207.
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"Padre, fa' che riconosciamo la dignità di tutti gli uomini, che Cristo ha redenti a prezzo del suo sangue, e rispettiamo la libertà di coscienza dei nostri fratelli".
(Dal Breviario della Chiesa Cattolica)