Il Tempo, trappola per Lucifero

La trappola per Lucifero è il Tempo. Il Tempo è la sua specialità. Non è lui che ha inaugurato il mattino? Non è lui che ha messo in moto il tempo nel suo senso lineare, quando è stato proiettato giù dal cielo? I suoi occhi non guardano che in avanti e non vedono lontano. Sua pastura è il moderno, l'attuale, l'immediato. Tutto ciò che viene dal diavolo si sforza di vivere con lui nel presente, nell'istantaneo, come in una sorta d'immobilità vertiginosa. Egli va avanti, fa la sua strada e giudica l'Infinito privo di storia, come qualcosa di sorpassato e di fuori corso. Aestimabat Abyssum quasi senescentem. Il piano di Dio è dunque di adescare il Diavolo colla trappola del presente, di mettergli continuamente sotto gli occhi questa attualità illusoria che non fa che fuggire davanti a lui, di lasciargli addosso quest'enorme cappio perchè egli vi si dibatta dentro a suo agio; come in una specie di paradiso tradito nel quale le fantesche si burlino di lui e inghirlandino graziosamente il laccio che s'impiglia all'infinito attorno alle aiole fiorite e ai cespugli degli avvenimenti (post eum lucebit semita). Ma Dio è più vecchio di lui, e mentre Satana parla all'anima del presente, Egli invece le parla dell'Eterno. A dispetto di tutte le muraglie e serrature, Egli è lì. Egli sa la strada. Già dalla viglia di Pasqua egli ha forzato il passaggio attraverso quelle mascelle nelle quali dimora lo spavento; e gli ha fatto rivomitare il mal inghiottito. Ed ora Lui, lo specialista delle porte chiuse, è entrato di nuovo nel mezzo della sua bocca, penetrando fino al fondo del suo stomaco: e la Sua sola presenza è bastata a rovesciare tutto il resto al di fuori. Non resta più ormai che un povero involcro tutto afflosciato su se stesso, come uno straccio che fa da spaventa-passeri. Attraverso la pietra liscia e la pelle senza pori, attraverso tutto ciò che non era recipiente e maschera, Dio è passato e ha detto all'anima: Non temere, sono Io. Ego sum, Amice! Ricordi tu quando non c'era il tempo? Ecco, ora io, tua origine, vengo a ridarti il principio. Principuum qui et loquor vobis. Il principio e il Verbo che era in principio.
Dio mio! Ora ho capito finalmente perchè Satana voleva farmi camminare! Egli mi promette sempre qualche cosa più avanti: il potere, la scienza o il piacere. Se mangerete di questo frutto, sarete come dei. Se tu mi adorerai, la terra sarà tua. Dio non è, - dice Renan - ma sarà domani. Datevi all'Evoluzione e al Progresso! Domani l'uomo si sarà fatto Dio su tutta la terra. Attenzione a ciò che sta per spuntare nel cielo sicut palpebre diluculi. Ma mentre questi miei poveri occhi si beano affascinati davanti a tutti quei balenii di fuoco che danzano, a quei giochi fatui e a quelle fiammelle che si accendono e si spengono, ecco che qualcuno mi agguanta alle spalle di sorpresa e mi urla: No, non domani, ma Oggi stesso! - Dacci oggi il nostro pane supersostanziale. - Oggi, Zaccheo, oggi mi fa mestiere venire a stare da te. Dio mio, noi perdiamo ogni volta di partire e di stabilirci altrove, in compagnia di Colui che Era, che E' e che Sarà. - Io ho sostituito in te, dice Dio, la voglia di fuggire, col mio Verbo eterno, colla parola che dice in eterno al padre ciò che Egli E'. Dove sono Io, voglio che siate anche voi con me.

Paul Claudel

Paul Claudel, I Giorni dell'Apocalisse, Edizioni IPL, Milano 1969, pp. 285-286
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