lunedì 2 aprile 2012

Gesù davanti a Pilato
O Gesù o Barabba: “Crocifiggilo!”

(Mc 15,13)

Matthias Stomer, Cristo davanti a Pilato, XVII sec.
È certamente meno pericoloso un assassino come Barabba che un tipo come Gesù che ti chiede e corpo e anima ed esige che tu “rinneghi te stesso” in un’oblazione che va oltre ogni ignominia.
Che c’entra il potere civile; saprà sempre trovare il compromesso e se ne laverà le mani per pensare a sé; tanto meno c’entra la folla che ama lo spettacolo e sa variare i suoi atteggiamenti secondo l’emozione del momento fino a gridare “un bagno di sangue”.
Qui, sei in ballo tu.
Sei tu che devi scegliere, e la condanna non sarà senza il tuo voto determinante. Non puoi votare scheda bianca: o Cristo o Barabba.
Non puoi assentarti, rimandare, demandare…
È Cristo stesso che guardandoti ti interroga: “O con me o contro di me”; poi tace in attesa della tua risposta.
Non spaventarti se all’inizio, nella debolezza della passione, hai gridato con la folla: “Crocifiggilo”!
Non scoraggiarti di esserti macchiato del “sangue del giusto”.
Se riconosci che in lui non c’è “nulla che sia degno di morte”, inginocchiati, piangi, e lascia che le sue mani “legate” ti sciolgano dal tuo peccato e seguilo portando la croce del tuo rimorso, della tua insicurezza, della tua paura “da lontano”. Sarà lui a trascinarti nella scia della sua sequela riservata agli intimi che vorranno bere con lui il calice della passione fino all’ultima goccia.
O urlanti di rabbia e di odio in una folla volubile e omicida, o con Gesù, l’Amore condannato e innocente, mai più solo, lungo un cammino arduo ed esaltante che ha per meta un “regno che non è di questo mondo”.

O mio Re, ho cercato di sbarazzarmi di te che mi offrivi il tuo “giogo soave” e mi sono trovato travolto da una turba insensata di passioni umilianti, di interessi blasfemi, di affetti banali… Ed ho scelto Barabba per sentirmi uomo, aggiornato, senza complessi, senza tabù, per essere leader e salvezza…
E sono stato travolto in un “crocifiggilo” che inchiodava la verità, la libertà, la virtù, la gioia, l’uomo.
Non posso, ora, che ho coscienza del mio peccato e della catastrofe di coloro che mi hanno seguito, lavarmi le mani per tanto misfatto. “Cada il tuo sangue su me e sui miei figli”, non come condanna ma come bagno di purificazione e di salvezza. Il Barabba che c’è in me e che circola libero ridendosi della tua passione incontri il tuo sguardo d’amico e ti segua. Se incontrerà la tua carezza, sarà disarmato. Ha bisogno di te o la libertà diventerà disperazione, odio, strage. Eccomi ai tuoi piedi: li lavo di lacrime. Ma, come condurti tutti coloro che ho riempito di vuoto, di volgarità, di parole blasfeme, tutte le mani che ho armato, tutti i Barabba che ho liberato…
Il grido d’odio che si leva contro di te è a me che è diretto.
Io devo, voglio essere il condannato, il crocifisso… per continuare nel mio corpo la tua passione per coloro che mi sono stati fratelli nel peccato, perché ora, lo siano nella grazia.
Gesù, è una turba che ti invoca nella mia voce.
Credo che tu sei Re.
Accettami cittadino di un regno che non è di questo mondo per il quale in te siamo nati.
Non ti chiediamo di difenderci dai soprusi del potere, vogliamo solo essere carichi del tuo “peso lieve” e tuoi sudditi perseguitati e felici in un servizio d’amore.

Padre Fiorenzo Viviani

Fiorenzo Viviani, Camminando con Gesù, Padova 1982, p. 24-26

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"Padre, fa' che riconosciamo la dignità di tutti gli uomini, che Cristo ha redenti a prezzo del suo sangue, e rispettiamo la libertà di coscienza dei nostri fratelli".
(Dal Breviario della Chiesa Cattolica)

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